Le sfide della regolazione in un anno di COVID-19: uno stress-test senza precedenti, fra hard e soft law. Introduzione al numero XII-2

di Federica Cacciatore e Nicoletta Rangone
Il numero di aprile 2021 della Rassegna trimestrale dell’Osservatorio AIR viene pubblicato in concomitanza con la conclusione del primo anno di emergenza pandemica (che ci auguriamo resti anche l’unico) e non poteva che essere dedicato alle sue implicazioni sulla regolazione, a più livelli. La crucialità del ruolo della regolazione è emersa come un fenomeno a cascata, coinvolgendo man mano diversi aspetti e obiettivi. L’emergenza sanitaria che ha caratterizzato i primi mesi dall’esplodere dell’epidemia, a partire dalla Cina per poi diffondersi in Italia, in Europa e via via in tutto il mondo, ha richiesto l’adozione immediata di misure di contenimento del contagio e la regolazione delle attività, pubbliche e private, per il distanziamento sociale e la messa in sicurezza dei luoghi. Al contempo, la regolazione delle attività di erogazione dei servizi, distinguendo fra quelli essenziali e imprescindibili e quelli non essenziali e, quindi, sospendibili, ha assunto un ruolo, anche mediatico, senza precedenti. Ancora, in un ristretto arco di tempo si è reso necessario prevedere – e regolamentare – forme di sostegno straordinario agli operatori, prima per consentire loro di dotarsi di dispositivi di protezione e sanificazione, poi per compensare le ingenti perdite subite dalla chiusura forzata delle attività nella fase del primo lockdown. Le amministrazioni pubbliche si sono ritrovate a dover gestire, da un lato, l’onere di assicurare il prosieguo delle attività amministrative essenziali e, dall’altro, di rallentare, o sospendere dove possibile, quelle non essenziali, per poter canalizzare le proprie risorse verso i servizi strettamente connessi alla pandemia. Inoltre, quando è apparso evidente che il nefasto fenomeno avrebbe avuto portata internazionale, e infine planetaria, l’esigenza di una regolamentazione uniforme e, comunque, di condizioni di reciprocità e uniformità fra ordinamenti ha portato al coinvolgimento diretto dei maggiori organismi internazionali.
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