Il report dei Dem del Congresso degli USA sulle Big Tech: una pietra miliare per la riforma del mercato digitale?

di Luca Megale
Abstract (EN) - The paper presents the findings and recommendations of the U.S. House Judiciary Committee’s Report on Competition in Digital Markets. Secondly, it analyses the concreteness and relevance of such recommendations in relation to the existing antitrust instruments, to the investigation against Google and to the English Digital Markets Taskforce and European Commission proposals. It concludes that the Report represents the starting point of a reform process. However, the way to go is probably the one of the ex ante regulation proposals. Abstract (IT) - Le nuove tecnologie e il loro impatto sulle funzioni di regolazione e controllo antitrust sono al centro di un importante rapporto del Congresso USA sulla concorrenza nei mercati digitali. Il rapporto approfondisce analiticamente i comportamenti dei principali attori dei mercati digitali, così come l’impatto sulla concorrenza di determinate caratteristiche dei mercati stessi, ove pochi operatori sono in grado di operare sia come intermediari insostituibili per i venditori, sia come diretti concorrenti di questi ultimi. Agli effetti di rete si aggiunge poi la capacità delle Big Tech di raccogliere dati che difficilmente gli inserzionisti potrebbero acquisire in modo diverso, oltre ad informazioni sui concorrenti nuovi entranti che consente loro di acquisirli sul nascere. Tutto questo ha un impatto notevole sia sulla concorrenza, che sui consumatori, in termini di ridotta protezione della privacy, di diminuzione dell’incentivo all’innovazione, fino ad una compressione dei ricavi pubblicitari delle piccole testate con impatto negativo sulla pluralità dell’informazione e la diffusione di fake news. Oltre ad analisi dedicate ai singoli GAFA (Google, Amazon, Facebook e Apple), il rapporto articola una serie di raccomandazioni volte a ripristinare la concorrenza nei mercati digitali e a rafforzare il controllo antitrust. Il commento si conclude mettendo a confronto l’approccio Nordamericano (a tratti difficilmente implementabile in assenza di specifiche riforme normative, come quanto ai controlli antitrust prescindendo dalla definizione del mercato rilevante) con quello europeo e del Regno Unito.
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